“Per sei giorni della settimana noi lottiamo con il mondo, spremendo profitto dalla terra, il sabato ci interessiamo con cura speciale dei semi dell’eternità piantati nella nostra anima. Al mondo diamo le nostre mani, ma la nostra anima appartiene a Qualcun Altro. Per sei giorni della settimana noi cerchiamo di dominare il mondo, nel settimo cerchiamo di dominare il nostro io”. Abraham Joshua Heschel
La challah (חַלָּה) è il tipico pane ebraico che viene consumato durante i pasti delle feste (tranne la Pasqua) e in particolare durante i tre pasti di Shabbat (il venerdì sera, i due pasti principali del Sabato). Si tratta di un impasto lievitato molto simile al pan brioche da cui una piccola parte viene prelevata e tenuta da parte come offerta (la cosiddetta hafrashat); all’impasto viene dato un tipico aspetto a treccia e viene presentato a tavola in coppie e coperto fino al momento della consumazione, a ricordo della doppia razione della manna offerta agli israeliti la vigilia del Sabato.
Il rituale prevede che la challah sia coperta con un tovagliolo decorato; viene recitato il Kiddush dal capofamiglia (la preghiera di ringraziamento e santificazione che ricorda che Dio si riposò il settimo giorno della creazione). Il pane e il vino vengono benedetti e la challah viene quindi spezzata e data ai commensali, generalmente dopo averla intinta nel sale.
La challah rappresenta profondamente la tradizione ebraica, cui ci avviciniamo da profani, rispettando nella ricetta i precetti che ne regolano la preparazione. In particolare è escluso dalla ricetta qualunque tipo di latticino (burro, latte, yogurt) in quanto vietato il consumo di carne e latte nello stesso pasto. Tra le varie ricette provate, quella che vi suggeriamo ci ha colpito per la sua semplicità e la sua bontà. Per dovere di cronaca, la ricetta è mutuata dalla rivista online della Comunità Ebraica di Milano.
Se volete provare un pane fatto in casa, diverso dal solito e molto versatile, ne rimarrete sicuramente entusiasti; ottimo come accompagnamento alle pietanze, ma anche tostato per un brunch o con marmellate e confetture.
Ingredienti (per 2 challot, per 8 persone)
per l'impasto
200 g di farina W350 (tipo manitoba)
300 g di farina W170 (tipo 00 comune)
25 g di lievito di birra fresco (1 panetto)
70 g di zucchero
50 g di olio extravergine di oliva
1 uovo
10 g di sale
200 mL di acqua
per guarnire
1 tuorlo d'uovo
acquasemi di sesamo, semi di papavero
Procedimento
Miscelate le farine; impastate in una planetaria la farina con l’acqua, l’uovo, l’olio, il lievito sbriciolato e lo zucchero per un paio di minuti a bassa velocità. Aggiungete quindi il sale. Continuate ad impastare per almeno 10 minuti, fino ad ottenere un impasto morbido ed elastico. Secondo le regole della kasherut l’uovo andrà controllato per evitare la presenza di residui; apritelo quindi in una ciotolina trasparente e solo dopo unitelo all’impasto.
Lasciate lievitare coperto con un canovaccio umido per circa due ore (il volume dovrà essere più che raddoppiato). Riponete l’impasto su una spianatoia infarinata e rompete la lievitazione reimpastando velocemente. Dividete l’impasto in due parti uguali. Da ognuna delle due parti ottenete tante parti quanti volete che siano i fili della vostra treccia (comunemente 3, 4, 5 o 6). Ogni panetto andrà allungato in un cordoncino di circa 30cm di lunghezza.
Noi ne abbiamo fatta una a 3 fili e una a 5. Per intrecciare a tre, occorre disporre i fili a ventaglio e riportare ripetutamente quello esterno al centro tra gli altri due prima da un lato e poi dall’altro. Per intrecciare a 5 il procedimento è lo stesso, il filo esterno andrà portato esattamente al centro, prima da un lato e poi dall’altro. Per le challot a 4 o 6 fili, il procedimento è più complesso (ma trovate sul web degli utili tutorials!).
Ponete quindi le vostre challot su una teglia rivestita di carta da forno e pennellatele con il tuorlo d’uovo allungato con un po’ d’acqua. Ricoprite di semi di sesamo tostati o semi di papavero.
Lasciate riposare per circa 15 minuti. Infornate quindi in forno caldo statico a 210 °C per 25 minuti.
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